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Nouvelles du Burkina

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Come avevo già accennato qualche settiana fa, sono patita per il Burkina Faso per dei corsi di italiano, ed è per questo che già da un pò non pubblico niente. La connessione è abbastanza ballerina, e sono presissima dal lavoro (le lezioni ma anche una serie di altri progetti collaterali).

E’ il secondo anno che vengo, l’anno scorso restai 3 mesi e feci lezione ai ragazzi di una università privata che aveva appena aperto e ai membri dell’associazione che mi ospitava che per motivi di lavoro dovevano imparare l’italiano. Avevo appena fatto l’esame DITALS II e come esperienza avevo solo le mie 130 ore di tirocinio. I risultati furono alterni: il mio successo maggiore fu un assistente sociale al quale feci 10 giorni di corso superintensivo da 8 ore al giorno e la sera fitto fitto a parlare di tutto, lui in francese e io in italiano. Per la prima settimana non spiccicò una parola di italiano, gli ultimi tre giorni partì a raffica, e a quanto mi dicono parla al telefono in italiano, non perfettamente ma capisce e si fa capire. Con gli studenti dell’università i risultati non furono altrettanto positivi, anche se è vero che 30 ore in 3 mesi (i moduli didattici sono tutti da 30 ore) non sono davvero molte… A parte un paio che si sforzava di parlare sempre in italiano, la maggior parte rimaneva abbastanza passiva e talvolta annoiata, anche se all’esame finale i voti furono meglio di quanto mi aspettassi.

Quest’anno torno con un pò più di esperienza sulle spalle (non molta in realtà) e soprattutto un’idea un pò più chiara di quello che devo fare. Inoltre invece di 3 mesi faccio solo 6 settimane di cui 2 sono già passate. Gli studenti dell’università sono raddoppiati, quindi ho due classi, quelli dell’anno scorso e i nuovi iscritti e con ognuno farò un corso di 30 ore (in realtà dopo la prima settimana ho scoperto che l’università chiude per la fine del quadrimestre, e riaprirà il 14, quindi avrò 15 giorni per finire. Ho provato a spiegare che fare 30 ore in 5 settimane non è come farle in 2, ma…).

Gli studenti hanno in media tra i 18 e i 20 anni, sono abbastanza vivaci e facili alla distrazione, ma se si trova la chiave giusta sono tutti motivati e curiosissimi a proposito dell’Italia. Sono tutti almeno bilingui, nel senso che parlano almeno una delle lingua locali, e francese, e soprattutto quest’ultimo aiuta (anche se non è facile convincerli a fidarsi del proprio orecchio, mi capita di sentirmi chiedere il significato di “parlare”, “mangiare”, “dormire”, quanto in francese si dice “parler”, “manger”, “dormir”…).

L’anno scorso come testo la scuola aveva ricevuto una donazione di 10 copie di un libro assolutamente non adatto, ripetivito e destinato a bambini, ma dovetti usarlo; quest’anno quindi sono arrivata preparata con altro materiale. Mi sono portata Nuovo Progetto Italiano e Nuovo Progetto Italiano Video, Arrivederci, L’italiano all’università e La prova orale di Edilingua, QuiItalia.it di Le Monnier, Italiano (anche) per svogliati di Hoepli e Espresso Attività e giochi per la classe di Alma, oltre ovviamente ai materiali che ho pubblicato su comeItaliani.

Un problema fondamentale è che devo cercare di risparmiare sulle fotocopie. La soluzione l’ho trovata nel priettore: proietto tutto e scrivo su una pagina Word invece che sulla lavagna in modo da poter riprendere le cose dette in precedenza.

Con quelli del nuovo anno mi sembra di aver cominciato bene, già alla prima lezione si sono messi a parlare; con quelli del secondo invece pago gli errori dell’anno scorso. Mi hanno chiesto in particolare di fare lezioni relative al loro ambito di studio, e non è facile dal momento che fanno in parte agro-economia, e in parte scienze politiche e giuridiche, ma fanno lezione di italiano tutti insieme.

Oltre a questi ho un gruppo di 4 adulti, che per motivi diversi hanno bisogno di imparare l’italiano per lavoro. Con loro avrò meno tempo per le lezioni quindi mi devo concentrare soprattutto sulle funzioni comunicative e sul lessico; abbiamo individuato come argomenti la scuola, la banca, l’albergo e il ristorante, l’ambiante lavorativo. A parte la banca, ho già preparato il materiale; per quanto riguarda la banca ci devo pensare ancora, quindi se qualcuno ha dei suggerimenti sono davvero graditissimi.

Il problema fondamentale è focalizzare bene l’argomento: riferimenti troppo specifici all’Italia non vengono capiti, ma al tempo stesso sono tutti molto curiosi, quindi devo trovare il giusto equilibrio. Quello che soprattutto mi crea problemi è la richiesta degli studenti dell’università di fare delle lezioni sui loro ambiti di studio, agronomia e giurisprudenza, tenendo conto del fatto che sono due settori dei quali non so niente e che la loro conoscenza della lingua italiana è ancora molto molto basilare. Ancora una volta se qualcuno ha qualche suggerimento scrivetemi un commento o sulla mail.

A tutti un saluto da una già caldissima Ouagadougou!

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